Compositore. Allievo a Napoli di Zingarelli, ebbe un buon esordio in teatro con Le contesse villane (1829). Dopo l'insuccesso di un'altra sua opera, Amelia (1835), emigrò nel Messico, direttore d'una compagnia d'opera italiana e impresario. Il ritorno in patria nel 1843 coincise con la ripresa dell'attività compositiva, coronata dal successo di Azema di Granata (1846). Successivamente diresse i conservatori di Milano (1850-71) e di Napoli (1871-78). Come operista rappresentò la continuazione della tradizione rossiniana nell'Ottocento, incentrata sull'opera buffa con i suoi ritmi brillanti, gli schemi tonali classici e il bel canto convenzionale. La sua opera più famosa, I falsi monetari (1844), servì forse da modello a Un giorno di regno di Verdi. Altre opere (in tutto una trentina) furono La casa disabitata (1834), L'alchimista (1853), La contessa di Mons (1874) e Il maestro e la cantante (1874, in cui introduce un ironico contrasto fra una cabaletta di Bellini, cantata dal soprano, e una di Donizetti suonata contemporaneamente dall'orchestra). Lo si ricorda anche per l'interesse, raro ai suoi tempi, per la musica antica (in particolare per Frescobaldi e Janequin).